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Le celle: i giardini

Per quanto riguarda i giardini, la studiosa Antonia D’Aniello, intervenendo al Convegno Internazionale sulle certose di Valencia, sottolineava come già nella sua ricerca preliminare per il restauro dei giardini del convento Tagliolini avesse dimostrato come l’arte dei giardini delle certose fosse un “sistema ordinatore dell’ambiente naturale”.

Questo perché il giardino si modellava su una precisa esigenza culturale dell’ordine certosino e incarnava esteticamente l’armonia dell’universo. L’interesse per l’estetica del paesaggio nel mondo certosino fu certamente il filo conduttore dei restauri a Padula. Secondo la D’Aniello fu proprio nei giardini delle certose che Tagliolini scoprì la realizzazione della terza natura, già citata al capitolo 2, che si origina dall’unione e dalla mescolanza di giardino e paesaggio. Presentando i primi risultati di ricerca per il restauro del verde di Padula, durante il convegno Certose e Certosini evidenzierà l’espansione del giardino oltre i confini architettonici del complesso e la particolare espressione individuale che caratterizzava i giardini delle singole celle. Il progetto di restauro dei giardini delle celle, a differenza degli interni, venne realizzato. Nei giardini delle celle si prevedeva di mantenere, per quanto possibile, le piante e gli arbusti piantati in epoca più recente in contemporanea al ripristino della flora simbolica per i certosini: il garofano, il giglio di San Bruno, la viola certosina, gli occhi della Madonna. Ogni giardino era stato personalizzato dal monaco che ne occupava la corrispettiva cella.

Progetto di restauro dei giardini delle celle n. 1-2-3 (dalla relazione del progetto di restauro a Padula, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).
Progetto di restauro dei giardini delle celle n. 1-2-3 (dalla relazione del progetto di restauro a Padula, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).

Ad esempio, il giardino della cella n. 5, dove forse alloggiava il padre maestro e del quale abbiamo progetti più approfonditi, aveva al centro tracce di quattro sedili in muratura disposti intorno ad una fontana.

Giardino della cella n. 5, stato di fatto e progetto di restauro (dalla relazione del progetto di restauro a Padula, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).
Giardino della cella n. 5, stato di fatto e progetto di restauro (dalla relazione del progetto di restauro a Padula, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).

Il fondale sul muro di cinta era coronato dalla scultura del Salvator mundi, oggi esposta nella zona della passeggiata coperta, destinata a spazio espositivo.