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Il ripristino paesaggistico

La prima necessità sottolineata nella relazione del progetto era il ripristino degli oliveti, per mantenere l’unitarietà delle piantagioni. La coltivazione dell’olivo aveva infatti risentito più delle altre della trasformazione territoriale. Tagliolini fece fare un trapianto di 101 alberi di ulivo secolari, nella zona d’ingresso dove aveva progettato una splendida fontana, per i quali “ebbe qualche conflitto con le imprese locali che pensavano che gli alberi sarebbero morti, ma invece non accadde ma crebbero perfettamente”. 

Si prevedeva di piantare anche le querce da sughero,  che erano una pianta molto presente nell’area in tempi antichi tuttavia scomparsa, e alberi di carrubo nelle zone più assolate per sviluppare zone ombreggiate. Per quanto riguarda i giardini e i frutteti delle antiche case rurali, se ne auspicava una valorizzazione prima di tutto per il loro essere “autentici giardini siciliani”, ma anche per offrire delle soste al turista che passeggia nella campagna. Si prevedeva un ringiovanimento delle essenze e un restauro delle aree inserendo arredi come panchine o sedili in muratura, nei punti più suggestivi.  

Una presentazione delle piante e delle essenze a livello botanico ed estetico indicava quali fossero le più adatte e in quali punti sarebbero state piantate. Il fine era che il turista si pensasse immerso in un ospitale giardino siciliano, anche per poter mangiare i frutti che esso offre. Ai turisti che lo avessero richiesto sarebbe stata offerta la frutta dei giardini, che avrebbero potuto vivere una piena esperienza del luogo. La visita a questi luoghi aveva come obiettivo anche la dispersione del flusso di persone nel territorio. 

Disegno dell’entrata a Sciaccamare, sullo sfondo si scorge la fontana ornamentale (dalla relazione del P.P.G. Sciaccamare, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).
Disegno dell’entrata a Sciaccamare, sullo sfondo si scorge la fontana ornamentale (dalla relazione del P.P.G. Sciaccamare, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).

Anche l’entrata a Sciaccamare, compresa nel primo stralcio dei lavori, era stata considerata come un grande giardino animato dalla fontana ornamentale e altri giardini erano stati previsti nella zona vicina al mare. Si era pensato anche a un rimboschimento, prevalentemente a pineta, di alcuni settori, per schermare i luoghi dai frequenti venti. Vialetti realizzati in terra battuta e ombreggiati per alcuni tratti avrebbero collegato tutte le aree, dando la possibilità ai turisti di fare lunghe passeggiate isolati nella natura. In soli dieci minuti di cammino si sarebbe potuto raggiungere il mare, ma sarebbero state disponibili anche piccole vetture lungo una strada denominata Strada Azzurra. Per definire questi circuiti Tagliolini aveva tenuto conto dei tracciati preesistenti, considerando che sarebbero stati utilizzati dagli abitanti del luogo, dai turisti e dal personale alberghiero. 

Disegno costruttivo, veduta dall’alto e sezione della fontana ornamentale (dalla relazione del P.P.G. Sciaccamare, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).
Disegno costruttivo, veduta dall’alto e sezione della fontana ornamentale (dalla relazione del P.P.G. Sciaccamare, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).