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Il progetto di intervento

Il Piano Paesistico derivava dal Piano Regolatore Particolareggiato con l’obiettivo di tutelare il territorio proponendo vari interventi di riqualificazione. Il termalismo veniva considerato dal progettista come l’effettivo filo conduttore del piano, che doveva mettere in risalto le sorgenti e i flussi d’acqua per far vivere al turista l’esperienza dello “spettacolo dell’elemento naturale potatore della terapia salutare”. 

Disegno della sistemazione esterna della chiesetta della Madonna del riposo (dalla relazione del P.P.G. Sciaccamare, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).
Disegno della sistemazione esterna della chiesetta della Madonna del riposo (dalla relazione del P.P.G. Sciaccamare, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).

Nel paesaggio era forte il contrasto tra mare e campagna, accentuato dalla scomparsa della comunità marinara che viveva lungo le coste. L’apertura di nuove cave lungo la costa, per approvvigionare le fornaci, aveva bloccato l’attività di pesca e di commercio delle acciughe e di pesca del corallo che avveniva con delle tradizionali imbarcazioni. Per questo il progetto puntava a restituire l’unità visiva del paesaggio, restaurando i giardini e le zone degradate. L’ambiente finale in cui il turista sarebbe potuto accedere sarebbe stato quello autentico siciliano.  

Disegno della sistemazione dell’area del borgo del Figuli (dalla relazione del P.P.G. Sciaccamare, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).
Disegno della sistemazione dell’area del borgo del Figuli (dalla relazione del P.P.G. Sciaccamare, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).

Tagliolini non si interessò solo del paesaggio in senso naturale, ma anche del paesaggio storico, auspicando infatti che i ruderi e le costruzioni tradizionali superstiti non venissero demolite, ma restaurate e conservate per il loro essere un bene comunitario. 

Le case erano da considerarsi infatti come il “cuore di una entità paesaggistica di cui la comunità agricola che vi risiedeva operandovi ne era l’artefice-artista”. 

Interno di una delle case del Sovareto (dalla relazione del P.P.G. Sciaccamare, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).
Interno di una delle case del Sovareto (dalla relazione del P.P.G. Sciaccamare, per concessione della Fondazione Alessandro Tagliolini).

La necessità storica si sarebbe potuta integrare con la richiesta di servizi di ristoro, commerciali e per il tempo libero, che si proponeva di realizzare all’interno delle case rurali restaurate, senza intaccare e modificare ulteriormente l’ambiente. L’interesse verso la cultura e le tradizioni del luogo dove stava progettando un recupero paesaggistico, mostra un approccio totale, che in questo caso parte da un progetto di riqualificazione paesaggistica ad uso turistico. Le attività turistiche, come si approfondirà in seguito, avrebbero preso vita grazie e per valorizzare non solo il paesaggio, ma anche la tradizione culturale autoctona. La visione finale proposta è capace di integrare l’ambiente naturale alle attività e alla cultura materiale di Sciacca, per una riqualificazione ambientale, turistica e culturale.